Waylon Jennings, il Grande Texano

pubblicato in: The Giants

Ricordiamo doverosamente uno degli esponenti più peculiari della Country Music: l’indimenticato, e indimenticabile, Waylon Jennings.

Nato ottant’anni fa (nel ’37) a Littlefield, questo cantante texano ha rappresentato in modo del tutto significativo il suo Paese grazie al suo personaggio davvero unico, fuori dalle righe: libero, selvaggio, duro e dolce al tempo stesso.

In possesso di una voce narrante dai toni caldi e profondi (partecipò ad alcuni films quali ‘Maverick’, ‘Stagecoach’, Outlaw Justice’, ‘Sesame Street Presents’ e alla nota serie televisiva The Dukes of Azzard), Waylon si è rivelato un’autentica icona del Movimento Outlaw assieme a mostri sacri quali Johnny Cash, Willie Nelson e Kris Kristofferson.

Un quartetto che ha contraddistinto l’epoca felice degli Stati del Sud, ossia di quelli che hanno mantenuto intatte la caratteristiche americane improntate all’amore per la propria terra, per le proprie tradizioni (giuste o discutibili che siano), alla ‘selvaggeria’ che alla fine resta il sale della vita alla faccia di un ‘perfezionismo urbano-perbenista’ sempre più esteso a scapito dell’inventiva, dei sentimenti forti e del ‘carpe diem’ vissuto come capacità di saper cogliere l’attimo nel modo più pieno e succoso possibile.

Ascoltare dischi come ‘The Eagle’, ‘Heroes’, ‘Full Circle’, ‘A Man Called Hoss’, ‘Waylon And Willie’, ‘Take It To The Limit’ e ‘Highwayman’, tanto per cirarne alcuni dei 54 pubblicati, equivale a tuffarsi nella leggenda del West: musiche trascinanti ora carezzevoli ora amare che evocano cavalcate nelle sconfinate praterie, atmosfere di interni tanto poveri quanto ricchi di fascino – leggasi Luckenbach, Texas – che incredibilmente attirano visitatori da ogni Continente. Andarci in questo sperduto villaggio per rendersene conto.

Quando si parla di semplicità in grado di affascinare e rapire…

Waylon ha rappresentato, e continua a rappresentare, tutto questo.

Purtroppo la sua mancanza resta, e si fa sentire più che mai soprattutto in chi si ritrova qualche annetto sulle spalle.

Quasi nessuno, eccetto Jason Boland e Cody Jinks, sa colmare il vuoto che il Grande Texano ha lasciato in chi ama rivivere la leggenda del ‘fuorilegge buono’.

Già, perché il Progresso fa giustamente e inesorabilmente la propria strada, ma il Sentimento umano conserva un interiore immutabile comun denominatore fatto di sensazioni, di emozioni, di evocazioni del profondo che Waylon Jennings è capace di far riemergere sempre, a distanza di un vorticoso passare del tempo intriso di avvenimenti d’ogni genere. Come si sa, la Musica filtra tutto, perché è pura espressione dell’animo umano al di sopra di tutto.

Riascoltarlo corrisponde ad una boccata di aria fresca. Purtroppo perduta nella sua essenza.

Il Texano
(quello assai meno importante e conosciuto del grande Waylon…)

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