La siccità nell’Ovest americano provocò danni enormi

pubblicato in: The Giants

Quest’anno viene ritenuto dagli esperti uno dei periodi più tristi per la natura a causa delle scarsissime piogge che hanno creato una siccità fuori dal comune.
Un danno senza dubbio pesante che ci auguriamo di poter superare.
Facendo un salto indietro nel tempo, e un salto oltre Oceano, ecco come vissero questo problema i cowboys nelle zone del West americano.
La mancanza di acqua era la peggior catastrofe naturale che colpiva i territori compresi tra il Missouri, il Mississippi e le Montagne Rocciose. I grandi fiumi che dai contrafforti occidentali delle Montagne Rocciose scorrono verso sud-est sono alimentati soprattutto dalle acque del disgelo e dalle piogge. Se in estate non cadeva la pioggia l’acqua del disgelo veniva assorbita in estate dal terreno secco. Conseguenza: i vitelli crollavano assai presto. Tra gli anni peggiori quelli fra il 1859/60, il 1864, il 1881 e il 1883. Trasformarono le regioni in una ‘desolata nuvola di polvere’. Chi non aveva scavato una fonte per il mulino a vento fu costretto ad abbandonare il paese a causa delle migliaia di carcasse di animali, del caldo micidiale e dei fiumi asciutti.
Ma la siccità più terribile fu quella del 1886. La mancanza di acqua aveva bruciato tutta l’erba, e la gente acquistava l’acqua come prima faceva per il vino. Cinque anni dopo il caldo era così intenso che le patate cuocevano nella terra. Ciò che non veniva mummificato dalla siccità, o bruciato dalla calura, veniva spazzato via dalle tempeste di sabbia. Intere regioni adibite a pascolo, campi e piantagioni, furono annientate. Ciò che rimaneva erano le migliaia di carcasse di vitelli e le immense nuvole di insetti che oscuravano il sole. Quei terribili anni rappresentarono però l’epoca d’oro dei ‘fabbricatori di pioggia’, falsi indovini che escogitavano sempre nuovi trucchi per estorcere denaro dalle tasche di alcuni superstiziosi contadini ai quali promettevano magicamente l’arrivo di piogge ormai alle porte. La siccità finì con l’essere uno spauracchio quando si iniziò a sbarrare l’acqua dei fiumi, a costruire gigantesche riserve d’acqua e complessi sistemi di irrigazione.
Tornando a noi, possiamo dunque considerarci fortunati. I tempi sono cambiati, e il progresso anche in tal senso ha fatto passi da gigante.
Dunque non lamentiamoci più del necessario.

Il Texano