Cosa significa essere un Cowboy?

pubblicato in: The Giants

Essere un cowboy significa molte cose. Molte più di quanto si possa immaginare.

Innanzitutto aver voglia di lavorare in ogni circostanza: con un caldo asfissiante e un gelo che paralizza l’intero corpo.

Non smettere mai, iniziando da giovanissimi fino a raggiungere il tramonto della vita.

Vivere il senso dell’onore a qualsiasi costo, morale e materiale. Una stretta di mano vale più di mille certificazioni scritte in modo poco chiaro e per niente sintetico che mirano solo a confondere la mente.

Talvolta si ricorre alla forza, ma non come nei film dove per un nonnulla si estrae la pistola e si spara. D’altra parte se in un film non c’è la classica sfida mortale chi mai lo guarda?

Ci si occupa degli animali, esseri ritenuti di importanza fondamentale. In primis il cavallo, il migliore amico dell’uomo e indispensabile per gli spostamenti privati e per le transumanze.

Tutti gli animali vengono rispettati, anche quelli destinati al consumo umano. Se infatti non vi sono altre risorse per la sopravvivenza personale si è costretti a sacrificarli.

Essere un cowboy significa il rispetto assoluto per la donna, considerata sacra e intoccabile (a meno che non sia lei ad offrirsi per denaro…).

Essere cowboy significa anche considerare assai poco coloro che espongono il proprio ego per farsi apprezzare al di là delle loro reali capacità con atteggiamenti da sbruffone: “Siamo di origine irlandese, persone semplici e sincere, non certo come alcuni inglesoni pieni di boria vestiti come marionette” diceva un cowboy intervistato qualche decennio fa a Little Rock in Arkansas.

Il cowboy ama le feste, la musica, le danze che lo proiettano al di fuori degli impegni quotidiani. Affronta le malattie con coraggio sfidando la morte con orgoglio: “Come si nasce si è destinati alla morte. E’ la storia dell’esistenza umana. Quindi tutto va accettato con serenità. Tanto nulla potrà mai cambiare. Chi crede nell’al di là è fortunato, e affronta il trapasso nel migliore dei modi”. Questo il pensiero di un altro cowboy vissuto in Arizona.

Meditiamo su tutto ciò. Ne vale la pena, perché c’è parecchio da imparare da tali persone che affrontano i problemi mettendosi la paura in tasca, se non in qualche altra parte.

Per il Cowboy le festività natalizie erano, e sono, un mito. Vive infatti questo periodo con la speranza di un avvenire migliore sotto ogni aspetto: religioso, amichevole, proficuo.

Le luminarie iniziano a brillare già a metà novembre.

Un segno di allegria e di auspicio che parte dal cuore e si riverbera nella mente.

Sarà così anche per noi? Ce lo auguriamo!

 

Il Texano