THE RENEGADE: dove tutti sono qualcuno

pubblicato in: The Giants

The Renegade, per tutti il TR, a dir poco un luogo magico, una sorta di porta sui sogni dove chiunque la varchi diventa qualcuno. Perché al Renegade i sorrisi e gli abbracci sono per tutti, e a nessuno interessa chi siamo o quanto contiamo al di fuori di quella soglia dalla quale siamo entrati. Lo speciale collante è la sintonia con l’ambiente open mind, elemento caratterizzante che ha prodotto in 18 anni di vita del Renegade, una grande comunità dove ritrovarsi è come stare in una famiglia aperta, con un movimento continuo di chi va e chi viene, ma dove anche un solo pezzo di strada condotto side by side diventa un valore, una parte di patrimonio dei nostri ricordi migliori. Impossibile allora non pensare a luoghi storici che accomunano il Renegade ad altri locali che pure in epoche più o meno lontane, e con caratteristiche diverse, hanno scritto allo stesso modo pagine di arte e musica facendo cultura senza che mai la cultura venisse richiesta. Potrebbe essere molto lunga la lista di questi luoghi iconici, ma per citarne due fra tutti potremmo ricordare il mitico “Lapin Agile” o il “Moulin de la Galette” nella Montmartre di Picasso e Renoir. In questi luoghi pieni di tanta e diversa umanità, il cui fascino ha profondamente incantato gli artisti e gli intellettuali che li hanno sempre amati e raccontati nelle loro opere e nei loro scritti, lo scambio delle idee hanno alzato le frequenze, e non solo quelle prodotte dalla musica.  Nel bel tempo come nei giorni meno luminosi, essi hanno rappresentato un approdo il cui significato si spinge ben oltre l’attimo fuggevole. Nella gioia si respirano anche inconsapevolmente valori, ed è così che il Renegade si inserisce senza dubbio nella storia: luci colorate, tacchi che ballano sul palchetto, jeans e cappelli, musica e il mondo country, un mondo che per sua radice storica è un universo interculturale influenzato da generi musicali diversi, non solo nel passato ma anche nel new country, dove l’Europa e molte culture si sono fuse producendo uno stile unico, inconfondibile e di joie de vivre senza confini.

E per dirla allora poeticamente con Emily Dickinson:

 “ ….la gaiezza è una brezza

che ci solleva da terra

e ci depone altrove,

in un luogo senza nome.

 

(…) dopo un certo tempo

ridiscendiamo sobri,

e siamo un po’ più nuovi

per quell’ora passata in quella terra incantata”-

 

Grazie Renegade, mille e mille di questi giorni!!!!

 

Silvana Nota