La Musica Del Cavallo

pubblicato in: The Giants

Solitamente ad ispirare i musicisti sono le caratteristiche degli esseri umani e della natura. Basti pensare alle liriche dedicate a fanciulle ed eroi, alle ouvertures che tratteggiano atmosfere da sogno create dagli astri del cielo o da elegiaci angoli di bosco.
Il cavallo è forse l’unico animale (nobile per eccellenza) che non solo ha indotto canzoni e ballate, ma che ha contribuito in modo sostanziale a definire un genere musicale: il Country.
In particolare il Two Step.
La storia insegna che la Country Music è il risultato di una mescolanza tra diverse forme popolari della musica americana sviluppatasi negli Anni Venti: dal folk tradizionale sudista alle ballate negli accampamenti dei cowboys alla musica celtica degli immigrati irlandesi e scozzesi.
Tutto vero, ma non è solo così.
Sarà capitato a chi va a cavallo per ‘incontrare la natura’ e immergersi in essa, di ascoltare il ritmo degli zoccoli, di vivere sensazioni che, tradotte nel linguaggio delle sette note, riportano a certi strumenti a percussione e a fiato sapientemente usati in brani stile western divenuti famosi: brani cantati e colonne sonore.
L’essenza del Country si basa anche sul battito cardiaco del cavallo e soprattutto sulle sue andature fondamentali: passo, trotto e galoppo. Anche quando è impegnato nel rodeo.
Una semplice verifica consiste nell’ascoltare in cuffia determinati pezzi mentre si sta montando: il risultato sarà sorprendente.

Chi compone musica prende infatti spunto da un qualcosa di oggettivo (nel nostro caso appunto il cavallo) che fa poi proprio filtrando il messaggio percepito attraverso la sensibilità e capacità interpretativa personale. Non sono certo i country singers ad avere condizionato il cavallo e le sue abitudini, ma come si può facilmente capire è esattamente il contrario.
La Country Music ci fa immaginare lunghe carovane, immense praterie, i classici cieli americani, le galoppate sfrenate o il lento passo di un equino montato da un cowboy diretto magari verso il tramonto infuocato.
Chi non ha realizzato nel proprio intimo queste cose ascoltando un ritmico galoppo alla Johnny Cash, un lento e nostalgico passo alla Ian Tyson, o ancora l’espressione frenetica di un rodeo firmata da Chris LeDoux?
Molte icone della Country Music di ieri e di oggi concordano con questi concetti.
Prendiamo un pioniere al termine di una lunga giornata di viaggio.
Oltre alla stanchezza, l’unica cosa che gli rimane dentro è una cadenza senza soluzione di continuità: l’andatura del proprio cavallo. Dopo un pasto quanto mai frugale e un sigaro (se c’è), prende in mano la chitarra (se c’è pure quella) e si mette a suonare.
Il condizionamento del viaggio è così totalizzante che giocoforza ritma le note su ciò che gli rimbomba dentro: l’andatura del cavallo.
Nascono lì canzoni e ballate che si perpetuano nel tempo, e che con una buona dose di fortuna possono diventare ‘un classico’.
Ci penseranno poi i musicisti di professione ad abbellire, arricchire e armonizzare il tutto con strumenti datati o ultramoderni.
Ma alla base resta il ritmo, la melodia, l’armonia ‘assorbiti’ ed estrinsecati da quell’uomo affaticato, ridotto all’essenza e solo con se stesso.
O meglio, solo col suo cavallo.

Il Texano

 

 

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